PRESENTAZIONE LIBRO
Presentato 'Il caffè delle donne' di Widad Tamini
Alla domanda "integrazione: sogno, utopia o progetto?", l'autrice risponde progetto.
I relatori
FASANO - Nell'ambito della rassegna "Incontri d'autunno - Sogno Utopia Progetto", ideata dell'associazione culturale centro studi "Valerio Gentile" di Fasano, col patrocinio del Comune, ieri 23 novembre, Margherita Latorre e Rosita Mizzi hanno presentato il romanzo d'esordio della giovane Widad Tamini, "Il caffè delle donne" (edito Mondadori), nella meravigliosa cornice della sala delle muse del palazzo Pezzolla. Una storia fondata sostanzialmente sul concetto di integrazione, visto, secondo l'autrice, come progetto e non come sogno o, addirittura, utopia. Un'integrazione che, però, va contestualizzata in un periodo storico ben determinato. <<Quando mio padre, negli anni '70 - ha dichiarato la Tamini - giunse dalla Palestina in Italia, vi era un tipo di immigrazione più d'èlite, circoscritto agli studenti e ai professionisti. Attualmente, invece, ogni giorno il nostro Paese è costretto ad ospitare centinaia di immigrati, il che non aiuta, di fatto, la considerazione che i nostri concittadini hanno dell'altro>>. Pensiero condiviso dalla giovane Rosita Mizzi, secondo cui, ancora oggi, la cultura italiana fa molta fatica ad aprirsi allo straniero.
Il romanzo, al contempo, partendo dalla descrizione di un rituale quasi sacro per la cultura mediorientale, quale quello del caffè, permette al lettore di affacciarsi nell'intimità di un mondo così lontano, ma così vicino. Un ambiente in cui nonna, zie e sorelle si riuniscono in un salotto e si scambiano confidenze, spogliandosi di tutti gli orpelli. Ma non solo. Attraverso la caffeomanzia, ovvero l'interpretazione delle figure che si formano sul fondo della tazza, si preparano a scoprire il proprio destino.
Diverse le analogie tra l'autrice del libro e la protagonista Qamar. Due donne così giovani, ma con un'infinita serie di colori e sfumature nella cultura e nell'anima, da poter raccontare. <<Cresciute a Milano, entrambe sperimentate la fatica di essere dentro due mondi diversi - spiega Rosita Mizzi -, forse opposti, senza appartenere interamente a nessuno dei due>>. Una corsa verso la definizione della propria identità quella di Qamar, che da bambina idealizza il mondo arabo, da ragazza ci si scontra, rifiutandone le regole e le restrizioni e, da adulta, finisce per conciliarsi alle sue origini con una capacità di analisi maggiore.
Il ritmo frenetico è una costante nel libro, ma lascia spazio a momenti di riflessione grazie a tematiche quali la speranza, il rapporto conflittuale tra genitori e figli, la voglia di evasione,il velo, il matrimonio. Un romanzo scritto da e per le donne, ma non solo. Il simbolo dell'eterno scontro culturale tra Oriente e Occidente che svanisce, però, nella magia dell'amore e della comprensione.
di Claudia Turchiarulo
24/11/2012 alle 00:14:07
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